E’ mancato ieri, 15 agosto, dopo aver affrontato una lunga malattia, il professor Francesco Carbone, stimata figura di rilievo nella vita della comunità turbighese, maestro prima, poi professore, quindi preside del nostro Istituto fino all’anno scolastico 1993-1994.
Guidato da un’intelligenza pedagogica non comune, ebbe un ruolo rilevante e fondativo nella direzione culturale del nostro Istituto, facendone un punto di riferimento per le scuole del territorio, tracciando linee pedagogico-culturali tali che non sarebbero più state disattese nel futuro, in quanto condivise con il corpo docenti che ne è stato convinto custode e continuatore.
Non aveva una concezione trasmissiva dell’Istituzione scolastica, la considerava il fulcro di sollecitazione delle suggestioni e degli interessi degli studenti, ma anche degli insegnanti; poiché riteneva che la scuola fosse il luogo in cui le nozioni, certamente indispensabili ed utilissime, fossero vivificate da una riscoperta che avesse il proprio anelito nella creatività, nella fantasia e nella immaginazione, solide basi del pensiero meditato e razionale.
E fu, in tutto questo, un innovatore ante litteram nel generale panorama della scuola: fra tutte le novità da lui introdotte ricordiamo la didattica per classi aperte, che permetteva agli studenti, per un giorno alla settimana, di scegliere liberamente, sulla base dei loro interessi, delle loro preferenze o delle loro necessità, la partecipazione a corsi tematici diversificati che ciascun insegnante approntava in riferimento alla propria disciplina e alle proprie conoscenze e passioni culturali, determinandosi in tal modo non più un fatto impositivo del docente sul discente, bensì l’incontro paritario delle rispettive libere scelte.
Della scuola ebbe una concezione di istituzione viva, in quanto aperta al corpo sociale e deputata ad accoglierne criticamente le istanze, poiché la cultura non può che sfociare nell’apprendimento critico del proprio tempo. Due, in questa prospettiva, le iniziative degne di ricordo, che egli propose e fece realizzare. Innanzitutto l’iscrizione della scuole medie di Turbigo e di Robecchetto al sistema delle scuole Unesco e lo svolgimento annuale, da parte di tutte le classi, di una ricerca, riguardante un tema di rilevante attualità, assegnato dall’agenzia delle Nazioni Unite. In secondo luogo, in un periodo di difficoltà internazionale, a metà degli anni 80, l’organizzazione e la realizzazione di una marcia della pace, che vide coinvolte le scuole del castanese, conclusasi con un concerto del complesso cileno degli Inti-Illimani: una manifestazione indelebile per coloro che l’hanno vissuta e che dice tutta l’intraprendenza, il coraggio e la determinazione degli ideali del professor Carbone.
É giusto inoltre rimarcare, sotto il profilo più schiettamente umano, l’abnegazione con cui ha perennemente nutrito ed interpretato il proprio ruolo. Sempre presente a scuola – quasi fosse la sua seconda casa – in un atteggiamento di meticolosa sorveglianza, non lasciava nulla al caso. La sua presenza era un’attenta vigilanza pedagogica. Conosceva tutti gli alunni e i loro bisogni, esigeva le ragioni delle valutazioni e dei giudizi espressi dagli insegnanti, con i quali instaurava dialoghi che miravano a verificare l’efficacia delle azioni didattiche intraprese, poiché convinto che anche al più sfortunato degli allievi fosse sempre possibile, con adeguati interventi, conseguire dei progressi.
Agiva sempre con lo scopo di delineare una prassi educativa idonea e inclusiva, mai con l’intenzione di esprimere valutazioni negative rispetto all’operato dei docenti, ai quali non faceva mancare il suo supporto e dei quali sapeva mobilitare le migliori qualità e risorse individuali.
Grazie professor Carbone per l’indiscusso impegno, la dedizione e la passione con cui si è messo al servizio della Scuola.
Grazie per aver rappresentato un fulgido esempio per tutta la comunità, sia dal punto di vista etico-professionale che umano.
Il Dirigente scolastico
prof.ssa Giuseppa Francone
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